giovedì 29 novembre 2012

Un pensiero ribelle espresso male

Era un ragazzo strano.
Quel che pensava lo diceva. Era pazzo, mica scemo.
Deriso, a volte amato, a volte amico poi nemico.
A volte muto, poi loquace, ti spiazzava. Senza pace.
Non amava, poi, il concetto di "normale".
Ribelle nel pensiero, ma un pensiero espresso male.
Cristallino, nel senso, di cristallo.
Si frantumò nell'incedere in mezzo ai venti.
Sui suoi cocci si tagliaron tutti quanti.

La complessità della scelta di un titolo

Tralasciando preamboli che potrebbero essere nauseanti sulla scelta di scrivere, dopo tanto tempo, qualcosa di maggiormente strutturato, gradirei passare al dunque (ammesso che ce ne sia uno). Questa sera, colto alla sprovvista da una nitidezza di pensiero che, devo essere sincero, mi spiazza, colgo l'occasione per esporre il come ed il perchè di ciò che sono. Sono colui che è sbagliato nel posto giusto, per gli altri. Sarei quello giusto altrove, forse. O forse è soltanto un metodo per autoconvincermi che, tutto sommato, non sto sbagliando strada. Individualista e collettivista al tempo stesso, mi ritrovo ad essere l'antitesi di me stesso. Scarsa capacità d'adattamento alle norme socialmente accettate, questo è quello che scriverebbero su di un'ipotetica scheda riguardante la mia persona. Forse perchè quest'ipotetico dattilografo analista, non è in grado di vedere un giovane alle prese con un mondo che preclude qualsiasi tipo di scelta, se non quella preconfezionata per lui, per il gradino sociale al quale appartiene, per il suo grado di (d)istruzione (intellettiva). Sarebbe forse legittimo da parte d'ognuno, rivendicare un futuro che prescinde da quella che è una situazione socio-economica familiare? Credo di sì. A volte sfugge agli occhi di chi conta il ragazzo che gira per le strade con un plico chilometrico di curriculum vitae, in attesa di un lavoretto con il quale può pagarsi gli studi, o quantomento vivacchiare quasi dignitosamente. E chissà come, sfugge anche il genitore divorziato con i figli che perde il lavoro, che lotta per trovarne uno nuovo, e spesso si arrangia con qualche ora sottopagata al nero. L'Italia è una repubblica democratica fondata su un fantasma. Sfuggiranno meno gli operai? Bestie da soma sfruttate, schiavi dello stipendio, distrutti fino alla pensione sempre più lontana, indaffarati per del denaro che, tra l'altro, è solo in prestito. No, anche loro pare siano invisibili. E dunque, sono il fannullone che non si adegua solo perchè, ahimè, la voglia è poca. Chiamatemi illuso, idiota, fannullone, sognatore. Posso avere qualsiasi nome. Ma non troverete mai il pretesto per chiamarmi schiavo, perchè quelli siete voi. Vi lascio la vostra vita fine alla semplice sopravvivenza, io mi prendo una fetta di libertà e le punizioni che ne conseguono.

domenica 11 novembre 2012

Non si può partire senza essere prima tornati. Non si può guarire senza essere prima ammalati. Non si può morire senza essere prima vissuti. Non si deve morire senza essere stati dannati.

mercoledì 7 novembre 2012

Scusami, grande tempesta non ti ascoltavo mentre parlavi. Ero troppo impegnato, giocavo a strangolarmi con i fili del mio stesso destino. E dopo un po', mi sono accorto, di averne tagliati un paio. Sorridevo pensando al momento in cui ci nominavamo a vicenda. Ma siamo in tre, ed uno di noi deve nominarsi da solo. Sei come vetro, non menti mai. Io sono come pioggia, m'infrango su di te, ma risorgo in un ciclo infinito. In un volo pesante mi schianto nel cielo. S'infrange.

lunedì 29 ottobre 2012

Forse è così

Mi sembra di non avere un cazzo da dire. Le temperature si sono abbassate in ogni direzione, qua fuori non c'è più nessuno.

domenica 30 settembre 2012

Pensavo

E pensavo che magari potremmo anche vivere qualcosa assieme una di queste sere. O chissà, magari potrei offrirti un sentimento la prossima vita che ci vediamo. Sai, conosco un mondo molto carino, a qualche universo da qua. Potremmo andarci. Ti comprerò un mazzo di ricordi pagandolo in tempo trascorso. E poi faremo un salto in un futuro ipotetico a salutare il Noi che verrà. Stapperemo una bottiglia di verità e moriremo insieme giacendo sui tuoi sogni. E se vorrai, solamente se lo vorrai, ci illuderemo insieme a tempo determinato, nella relatività delle nostre durate non sommate. Ed uno di noi, piangerà via la differenza. Pensavo.

lunedì 24 settembre 2012

Il Mio bottone

L'ennesimo bottone si è staccato, ed è caduto. Perchè il troppo tempo è troppo poco. Ed una discussione ha avuto fine, come ha avuto fine il mio bottone. Mentre il vento parla, il pianeta si riduce ad ossido di ferro.

lunedì 17 settembre 2012

Non dormirei mai

Non dormirei mai, guardando negli occhi chi muore. Il veleno nel sangue, nell'aria. Respiri metalli, respiri metalli. Siamo fatti dello stesso materiale di cui sono fatti i combustibili fossili.

lunedì 3 settembre 2012

Forse pioggia

Forse pioggia, raccolta con le mani, scappa. Come il tempo, come sabbia, troppo fine, non rimane. Fosse pioggia, che ci scappa, che si asciuga e poi ricade. Ma non torna, come l'oggi a mezzanotte è già domani. Forse mare, mille gocce tutte insieme, ben legate. Come uomo che si uccide lentamente solitario. Fosse mare, quando s'agita, compatto onnipotente. Non pozzanghere solinghe sul catrame dissestato.

lunedì 6 agosto 2012

Dopo

Voglio un proiettore ortogonale con diapositive sul senso della vita. Che mi spieghino un po' delle sfaccettature, del sonno e del mondo che non gira. Il ciclico avvenire. Da mezzanotte è sempre domani. Vorrei anche una scala per salire in alto e poi fermarmi prima dei cartelli ipotetici: lavori in corso nel cielo. Starmene un istante ad aspettare, scattare una foto da mostrare agli amici ed andare avanti. Venivo cacciato via, quella volta. Gli addetti ai lavori erano pochi, mal istruiti e sgarbati. Non facevano passare. Così cadevo e piantavo i piedi per terra, diventavo un arbusto dalle solide radici. Così neppure il vento poteva smuovermi. Neppure il vento...

venerdì 3 agosto 2012

Giusto in tempo

Credevo che il mio cuore perdesse battiti a causa del sonno. Invece sei morto giusto in tempo per l'ora di cena.

venerdì 20 luglio 2012

Il mare non è mai lo stesso

Non so. Magari mentre camminavi t'è piovuta una mia lacrima accanto e nemmeno te ne sei resa conto. Il fatto che tutto si muova secondo un ciclo inarrestabile mi sconvolge. Ma quel che finisce deve iniziare di nuovo. Una maledizione eterna, nascite e morti, inverni ed estati. Il mare non è mai lo stesso.

sabato 21 aprile 2012

Trasferimento di dati - Se ci fossero parole per spiegarmi

Noi hai senso come la grandine ad agosto. Come cani che parlano dell'inflazione, l'euro ci ha rovinato. Non c'è uno straccio di lavoro, i posti sono occupati, alziamo l'età pensionabile. Come quando salti con le molle, ma il soffitto è troppo basso. Non ho senso, come il sole a mezzanotte, che c'è ma dall'altra parte, come le aquile addormentate, che se avessi le ali non dormirei mai, come l'acqua non potabile. Come la capra sotto la panca.

martedì 17 aprile 2012

Decentramento

Com'è tornare da un viaggio per vedere che è tutto diverso? Le persone, le persone, le persone, il gatto. E le persone. Ed anche questa parete è diversa, ci scommetterei tutto. Ma non c'è da piangere, dopotutto è solo una cosa triste. Dopo ce ne sarà una felice, vedrai. Vedrai che di tristezza non si muore. Di tristezza si vive, forse. Forse... Mi piace pensarlo. Mi piace pensare, in generale, a cose futili, che non credo abbiano qualche senso. E se non hanno senso, poco importa. Siamo bravi in questo. Siamo bravi a dar peso al niente, come per dire che ci siamo anche noi, che soffriamo più degli altri, perchè ci piace. Finchè sanguina e fa male si salva. Altrimenti va amputato. Attraverso i vetri il bancoposta. E dovevo smettere di fumare. E sopra il bancoposta si danno il cambio un paio di neon, per lampeggiare. E dovevo ancora smettere di fumare. E ritira lo scontrino, mi sa che hai finito i soldi, ma paghi il costo dell'operazione. E dannazione, smetti di fumare!

lunedì 5 marzo 2012

Genio, sei un egoista.

Cordoni di pensieri introspettivi, illogici, appesi chissà come in parte alla razionalità. O a qualcosa che viene definito tale. Siamo tutti soggetti a questi cavi che legano discorsi mentalmente validi, fuori dal mondo, deliranti ed eterei. Li vediamo e poi li respingiamo, ma alla fine è proprio perchè noi e loro siamo lo stesso polo, la stessa identica cosa. Gli addotti, quelli che vedono il rapimento della loro infanzia da parte degli alieni, i folli visionari, coloro che semplicemente hanno accumulato concretezze che il cervello sputa fuori tramutandole in omini verdi o serpenti di persone. I pazzi o i geni, sostanzialmente la stessa cosa, son quelli che hanno segnato un'epoca d'innovazione e di genialità. Sono coloro che hanno deciso di delirare per mantenere stabile il proprio equilibrio psichico. Non sono artisti per noi, ma per loro stessi. Dannati egoisti, ci avete migliorato l'esistenza. Spesso e volentieri, Mick.

sabato 3 marzo 2012

Penso sia il pensare che mi distrugge.

Penso sia il pensare che mi distrugge. Il tormento di voler-dover fare qualcosa, la consapevolezza che ciò che mi rimbalza nel cervello non esisterà mai ad un livello concreto. Forse è davvero il pensare, il non lasciarsi andare, il fatto di rileggere, anche solo per vedere qual è l'effetto. Adesso sto provando a scrivere di getto, senza voltarmi indietro, ma guardando solo avanti. Voglio che non sfuggano le idee, voglio non perderle per strada mentre torno sui passi che ho già fatto. Voglio afferrarle una ad una, stenderle e stamparle su quest'asfalto, a costo di posizionarle male. Perchè solo così verrà fuori quello che ho dentro. Solo così riuscirò a seguire quei pensieri che corrono più veloci delle dita. Forse sarebbe meglio che non usassi nemmeno la punteggiatura perchè al momento i miei pensieri non ne hanno le mie idee vanno veloci e si allontanano sono sempre più sfuocate trovo sempre più difficoltà a visualizzarle tanto che tra poco probabilmente confonderò le parole con altre pagode che non hanno nessuno seminterrato e forse addirittura m'int

venerdì 2 marzo 2012

Se era odio, adesso è polvere

La pioggia bussava alle finestre, sporche di condensa. Fa più freddo qua dentro. Fa più freddo dentro di me. Il tuono spargeva la sua voce, tu eri ancora lontana. Eri. Lontana. E ci affogavo in quell'aria, in quella casa di merda, tra gli specchi storti e gli intonaci ammuffiti. I miei sogni ci ammuffivano accanto, mentre i tappeti attutivano la caduta delle urla. Avevo perso le speranze. Erano impigliate, forse, in qualche ragnatela intessuta nella vecchia soffitta in cui stipavo ricordi. Se era odio, adesso è polvere. Come quella sotto al letto, quella che si attacca sotto le scarpe, o quella sparsa sul pavimento che avevi sempre fretta di pulire.

sabato 28 gennaio 2012

Effettivamente la costanza è quel che ci manca.

Ma siamo fatti così. Male, forse...punti di vista.
Riflettendoci, però, la costanza non è una caratteristica fondamentale per tenere un blog. È bello anche solo sapere che esiste un tuo blog, dove puoi non scrivere nulla per mesi, anni...ma nel momento in cui hai voglia di scriverci qualcosa, sai di averle questo posto dove farlo. E poi, perché fingere di essere costanti ed attivi, perché fingere di portare avanti quel che si inizia? E magari se non sono brava a fingere mi devo anche sopportare i sensi di colpa. Limitiamoci a essere ciò che siamo, che è la cosa migliore. (Autoconvincimento Mode-on).
-Tracy

domenica 22 gennaio 2012

L'ennesima buona notte, che buona non è

Come da titolo, un sincero augurio di: Buon risveglio dal torpore che v'impedisce di realizzare chi siamo ed il mare di materiale organico che ci circonda. Buona lotta (per chi ne avesse voglia) contro coloro che minacciano la nostra libertà, sotto ogni aspetto e sotto ogni forma. Buona lobotomia. E' tutt..Ah, sì, giusto! Buonanotte. Spesso e volentieri, Mick.

giovedì 19 gennaio 2012

Le cento città, di Vincenzo Costantino

"Ognuno ha le sue prigioni, mentali, fisiche.
Ognuno ci convive.
Ma quando le pareti cominciano a restringersi,
le facce diventano anonime.
Quando lo specchio comincia a darti del tu
quando i marciapiedi ti provocano vertigini
e la strada sembra il tuo tappeto rosso
metti insieme il tuo bagaglio.
Riempilo di ricordi, speranze, parole,
storie vissute e storie da vivere
riempilo di emozioni, musiche, liti,
illusioni d'epoca, domande e risposte.
Trovati un amico e comincia la condivisione,
l'esplorazione.
Vai a caso, lascia le tue lacrime sul cuscino,
incontrati con la vita, scontrati con il dolore
ruba l'amore.
Non avere una meta ma cento,
prova a ritornare perché il ritorno dà senso al viaggio.
Pensa a Polifemo e alla sua solitudine
e rispetta la solitudine altrui.
Gira intorno al mondo non girare con lui.
Affrancati da te stesso e dall'attesa.
Per amare la vita bisogna tradire le aspettative.
Guardati intorno e guardati da chi si professa libero.
Il sapore della libertà è la paura.
Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla."

mercoledì 18 gennaio 2012

E ti ricordi?

Dopo le imperfezioni di una giornata come tante, eccoci a farne il resoconto. Non che sia di fondamentale importanza, ma con il buio, il freddo e l'umidità che si congela, ciò che c'è da dire scivola meglio sui tasti. Niente di che, ecco cosa c'è da sottolineare. Tutto è statico nel piccolo, nonostante in senso un po' più ampio si notino grandi cambiamenti in corso. Forse non è giusto star solo ad aspettare, ma cos'altro potrei aspettarmi da me stesso? Niente di più. Continuo solo a fare lo spettatore passivo ed aspetto la notte per riflettere su ciò che sarebbe potuto accadere, per recensire un nulla appena trascorso. Uno spazio vuoto. Vi auguro una buonanotte, che possa portarvi consiglio ecc. ecc. Spesso e volentieri, Mick.

E vi lascio nelle braccia della notte

C'è chi odia la notte, perchè nasconde ciò che l'occhio vorrebbe aver sotto il suo controllo. C'è chi la ama, portatrice di tranquillità, rifugio universale in cui non si sta mai stretti. Ma s'è fatto tardi per pensare, il mondo oggi va di fretta. Vi auguro una buona notte ecc. ecc. Spesso e volentieri, Mick.

martedì 17 gennaio 2012

Ci metterò tutto il buon impegno

Dopo due esperienze fallimentari dal punto di vista bloggistico (un blog abbandonato a se stesso e uno dimenticato appena dopo 10 minuti esser stato creato) ecco che ritento, perchè come si suol dire ''non c'è due senza tre''. Il nome "Vuoti di Idee'' dice tutto. Io e il tizio senza il quale il blog non avrebbe avuto vita (nè forma) abbiamo molte idee che tendono però a nascondersi in qualche angolo oscuro della mente nel momento in cui si prova a tirarle fuori. E probabilmente si starà notando lo sforzo immane che sto facendo per buttare giù queste due righe. La colpa non è propriamente mia. Quando ho avuto l'illuminazione di creare (ancora) un blog, l'ho avuta perchè volevo scrivere qualcosa. Poi tutte le procedure strazianti per creare lo spazio, colori, luci, sfondi mi hanno distratta. (Sto prendendo meriti che non ho). E' un po' di tempo che non so scrivere, quindi mi perdonerete per qualunque assurdità che leggerete. Detto ciò, attendiamo un post più credibile e soprattutto più sincero. Tracy.

lunedì 16 gennaio 2012

Come, quando, non è come sembra

Iniziò tutto, di nuovo, in maniera casuale e inappropriata, coinvolgendo due cervelli. Sarà per la malinconia, per i saluti forzati, per la voglia di non rimanere soli, la ricerca di un interlocutore virtuale che ascolta sempre, come un foglio di carta, non dice mai di no. Ma sono qua, siamo qua, a costruire pensieri fatti di parole, in attesa che l'incauto viandante c'inciampi e le raccolga cogliendone la forma neppure a me ben chiara, tutt'ora. Ma così sia, non imparerò mai qual è la forma giusta da dare ad un pensiero, come non imparerò mai dov'è il suo scompartimento, quindi mi limito a fare da interprete, a posizionarlo casualmente. Si affacciano i ricordi mentre scrivo, rimandano a ciò che scrissi in passato: pagine di cui, tutt'ora non mi sento l'autore. Sarà il diario di un cammino, dove annotare progressi, ostacoli e regressi. Sarà un quadernetto degli appunti. O comunque, prendetelo come volete, mutatelo con la mente, fatelo vostro, riconoscetevi in poche righe interpretabili, così da non sentirvi soli come me adesso, come me, spesso e volentieri. Spesso e volentieri, Mick.